"Giappone" di Lafcadio Hearn


Libri rari di autori preziosi. "Giappone" di Lafcadio Hearn è uno di questi.

Lo scovai al Pisa Book Festival, mostra del libro che ospita editori indipendenti con libri di settore e molto particolari. Mi saltò subito agli occhi, perché "Giappone" è una parola che cattura al volo i miei occhi e il mio cervello, proprio di default ormai. Mi ricordo anche che bastò sfogliare due pagine per capire subito che mi sarei innamorata di questo libro: scrittura evocativa e rimandi diretti alla cultura giapponese in ogni pagina. Preso, mio. 

Bene, prima di parlarvi del libro è necessario presentarvi il suo autore che, purtroppo, non è mai stato tradotto molto in italiano e forse anche per questo non è conosciutissimo se non dagli "addetti ai lavori" e gli appassionati del settore.




Lafcadio Hearn (1850-1904), 'giapponesizzato' come Koizumi Yakumo, era un eccentrico giornalista e scrittore greco-irlandese con la passione per le storie 'fuori dall'ordinario'. A diciannove anni si trasferì negli Stati Uniti dove scrisse per molti giornali distinguendosi per la sensibilità e il tocco dark dei suoi scritti. Questi, infatti, trattavano gli emarginati e i lati più oscuri delle culture che erano andate a mescolarsi con quella americana; come quella creola con i suoi riti Vudù. 
Nel 1889 fu inviato come giornalista corrispondente in Giappone e ci rimase poi lavorando come professore di inglese presso alcune scuole e università. Hearn si innamorò così tanto del Giappone e della sua gente che lo elesse a sua patria elettiva e non lo lasciò più. 

Come aveva sempre fatto, anche in Giappone Hearn prestò particolare attenzione alle realtà meno conosciute e alle sfumature più bizzarre della vita; non a caso uno dei libri scritti nel periodo giapponese porta il titolo di Glimpses of Unfamiliar Japan (1894), una raccolta di saggi che celebrano quello che Hearn stesso definiva "il fascino raro della vita giapponese". Seguiranno libri che esplorano la dimensione più spirituale e ne ripercorrono le origini, sulle tracce di Buddha: Kokoro: Hints and Echoes of Japanese Inner Life (1896) e Gleanings in Buddha-Fields: Studies of Hand and Soul in the Far East (1897).
Con il tempo emerge fortemente l'interesse di Hearn per i fantasmi e tutte quelle figure spiritiche tipiche del folklore giapponese protagoniste della maggior parte dei libri di Lafcafio Hearn; il più famoso è sicuramente Kwaidan: stories and studies of strange things (1903)  dal quale sono tratti i quattro racconti del film omonimo Kwaidan (1965) del regista Masaki Kobayashi. 

Ma torniamo a Giappone, pubblicato postumo nel 1904 e pubblicato dall'editore Ibis nel 2016 in traduzione italiana. 
In Giappone, sono immortalati momenti di vita quotidiana dal sapore squisitamente poetico alternati a brevi racconti di leggende e usanze, e già questo basterebbe per farmelo amare. Ma il valore aggiunto di questo libro è dato dal punto di vista sensibile e delicato dell'autore stesso, il nostro caro Lafcadio. Mi sono innamorata delle sue descrizioni, così evocative da farti sentire in loco leggendo anche solo due righe. Te le vedi proprio, quelle leggere nubi di nebbia che si levano dai fiumi e circondano le cime dei monti, i pescatori con i loro calzari di paglia e i larghi cappelli...oppure i giardini con il loro senso di calma e gli alberi in fiore o ancora gli antichi cimiteri con le pietre secolari.


Tramonto attraverso il ponte di Ryogoku dalle rive della Sumida a Onmayagashi, dalle trentasei vedute del monte Fuji di Hokusai (1831-33)

Le sue narrazioni del paesaggio si vanno ad intrecciare ad osservazioni sullo spirito del popolo giapponese e alle sue abitudine; di esempio è questo passaggio:

"In Giappone non ci sono tramonti come quelli dei tropici: la luce qui è delicata come nei sogni; non c'è furia nei colori; in questa parte d'Oriente in natura non esistono violenze cromatiche. Tutto nel cielo e nel mare è tinta pastello più che colore acceso, e pastello dai toni tenui. Penso che il gusto raffinato dei questo popolo in materia di colori, come ben si vede nella tintura dei meravigliosi tessuti, sia in gran parte attribuibile alla bellezza sobria e delicata dei toni della natura in questo mondo dove tutto è temperato e nulla è sgargiante." 

Il libro è una sorta di diario con appunti raccolti e raggruppati per argomenti e/o località. Il primo capitolo, intitolato Il capoluogo della provincia degli Dei, è una dichiarazione d'amore a Matsue, cittadina antica e piena di luoghi legati alla mitologia giapponese, dove Hearn visse 15 mesi. Qui, seppur il Periodo Meiji (1868-1912) fosse iniziato da qualche decennio, tutto era immerso ancora in un'atmosfera di tempi lontani, incontaminata dalla "modernità" e statica come una xilografia di secoli addietro. 
Segue poi una sezione dedicata alla bellezza dei giardini giapponesi e ai piccoli volatili che li popolano. E' presente una poesia del poeta shintoista Motowori, tradotta con:

" Se dovessero chiederti del cuore di un vero giapponese, tu indicagli il fiore del ciliegio selvatico che risplende al sole."

La seconda parte di Giappone offre un interessantissimo scorcio del Giappone in guerra contro la Russia e della gestione della propaganda da parte del governo, da cui si evince tra l'altro l'origine e l'uso bizzarro del merchandising nella storia giapponese. Gli ultimi capitoli raccontano, invece, delle storie verosimili di vita, morte e geisha leggendarie

Ma le pagine che mi hanno veramente conquistato sono le prime del libro, quelle del capitolo introduttivo Il fascino strano del Giappone, in cui Lafcadio Hearn, con la sue delicatezza e sensibilità, racconta come LUI vede il Giappone. E non posso che condividere ogni singola parola che ha scritto. Una visione lucida, molto attenta alla società giapponese alle cause determinanti del perché (probabilmente ancora oggi) si presenti così e della forma mentis dei suoi individui. Il tutto, anche le osservazioni che potranno sembrare più critiche, scritte con sensibilità e delicatezza rare. 




Il libro lo trovate sul sito ufficiale della casa editrice Ibis Edizioni di cui vi lascio il link qui .



E se vi interessa il film Kwaidan di Kobayashi date un'occhiata su Amazon per il film del 1964 ( eccolo qui) o altre versioni più recenti di pellicole dal tema analogo: storie di spiriti e fantasmi.










1 commento:

  1. Grazie per questo post molto interessante, non conoscevo Lafcadio Hearn. Buon giovedì pomeriggio e migliore continazione di settimana

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