Templi bellissimi: Nezu Shrine di Tokyo

Dopo aver vissuto ben otto mesi a Kyoto,città dei templi, non credevo che un santuario potesse più stupirmi così tanto e invece è successo e proprio nella città dove meno te lo aspetteresti : Tokyo

Avevo deciso di dedicare un intero pomeriggio a Yanaka Ginza, una strada di negozini antichi e tipicissimi appena fuori dalla stazione di Nippori, a una fermata da Ueno. La strada è famosa anche per trovarsi in una zona che fortunatamente non è stata devastata dai bombardamenti della guerra e mantiene ancora quell'allure autentica, anche se i turisti stanno pian piano cominciando a scoprirla.
Il suddetto pomeriggio, però, la cara Yanaka era sottoposta a un'esposizione solare pazzesca e faceva, per dirlo molto finemente, un caldo bestia. Ho così deciso di aprirmi un varco tra la folla e arrivare velocemente dall'altra parte della strada dove la folla si diradava e si poteva respirare all'ombra. Da lì mi si apre davanti agli occhi un labirinto di strade e stradine, vicoli e vicoletti, ognuno con i suoi negozini di quartiere e le sue piantine ben curate. Sono stata mezz'ora a girovagare e a perdermi quasi, affascinata dall'atmosfera di questa Tokyo più lenta, con una dimensione intima e antica, così magica da sembrare artefatta. 


Camminando camminando, mi accorgo dell'indicazione "Nezu Shrine" e mi ricordo vagamente che era uno dei (pochi) templi che mi ero segnata da vedere.


 Attraverso uno stradone et voilà, magia, mi ritrovo sempre in stradine tipiche, con dei ragazzi che vendono gallette di riso per strada e delle anziane signore che hanno imbastito un micro mercatino di scarpe e vestiti sulle scale di casa. Sorrido, alzo lo sguardo e vedo un'immenso torii all'entrata di un corridoio fiancheggiato da cespugli (sì, cespugli) di azalee in fiore. Capisco subito che questo posto si rivelerà meraviglioso. 













Il corridoio di azalee è piuttosto lungo e rimango a bocca aperta per la bellezza mentre lo percorro, con questi muri di cespugli tondeggianti di fiori rosa, rossi, viola e bianchi che stanno per essere accarezzati dal sole del tramonto. All'entrata si deve attraversare un piccolo ponte, posto su un laghetto pieno di immancabili carpe koi e di tartarughe impilate letteralmente l'una sull'altra come pietre per avvicinarsi il più possibile al sole che le scalda. Sulla destra gli edifici del santuario, circondati anch'essi da una folta vegetazione e coperti da una coltre polverosa, dal sapore antico. Sulla sinistra l'attrazione più famosa del Nezu: il sentiero di torii rossi, che fa subito pensare al più grande e famoso Fushimi Inari di Kyoto. 


 

Ci si infila in questo tunnel di legni laccati di rosso, con sfumature di arancioni e rosa (sbiaditi dal tempo) e improvvisamente sembra di essere in una dimensione eterna. E' questa la meraviglia dei templi e dei santuari giapponesi. Ti trovi in un luogo lontano km dalla tua vita e dai tuoi pensieri ma allo stesso tempo la connessione con il tuo Io interiore è più forte che mai. 



         




L'ultimo torii si ferma davanti a quello che è un santuario nel santuario, cioè il piccolissimo Otome Inari Shrine, con le immancabili volpine incastrate tra i pietroni con dei fazzolettini rossi al collo. 
Mi rallegra sempre vedere kitsune (volpi) in giro con quei loro musini a punta e la loro aura benevola e maligna allo stesso tempo. 






Riscendendo dalla piccola collinetta dove si trova l'Otome Shrine, si arriva ad un altro edificio laccato in rosso splendente con una sorta di terrazza che si affaccia su un laghetto. Le gigantesche carpe koi ricambiano lo sguardo. Da lì si vede anche la strada che si ricongiunge all'ingresso. Dato che ho beccato in pieno il periodo del つつじ matsuri il festival delle azalee di Bunkyo che si celebra proprio al Nezu Shrine, questa strada era piena di banchini con street food e cianfrusaglie e stendardi a festa che sventolavano ovunque. 






Tornata all'entrata, mi sono soffermata non-so-neanche-io-quanto-tempo a contemplare l'edificio principale. La lunga fila di gente che scorre ordinata e composta, le facce gravi di chi sta pensando, il rumore sordo delle mani battute in preghiera. 
Tutto così sacrale, tutto così magnifico. 




Alla fine, con il cuore che piange e grida "No dai rimaniiii, non andiamocene via mai più" , ho dovuto ripercorrere il corridoio delle azalee ed uscire. Con me un ricordino: un omamori a forma di azalea.












1 commento:

  1. Bellissimi questi Templi, davvero meritavano di essere fotografati. Grazie per avere creato tanti post dal tuo viaggio in giappone, io ho diverse amiche giapponesi, grazie al pattinaggio su ghiaccio ma non ho mai potuto fare un viaggio fino in Giappone. Che fortuna per te poterci andare. Ciao

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