Paddington ~ non è (soltanto) un film per bambini

"Paddington", regia di Paul King. 2014


Sempre pensato che l'orsetto col berrettino rosso fosse un personaggio adorabile, ma mai mi era passata per la mente l'idea di guardare seriamente questo film, credendo fosse per bambini.
Poi è capitata l'occasione e mi sono dovuta ricredere, non su l'orso che è sempre un amore, ma sul senso del film di per se'.

A parte che nei primi cinque minuti si assiste alla morte dello zio orso (si, perché tra l'altro Paddington è orfano) ed è subito trauma, aggiungiamoci che la cattiva di turno (Nicole Kidman) si diverte ad imbalsamare animali e in una scena vediamo il nostro orso a distanza ravvicinata con una mannaia.
Questo per dire che è da far vedere a una certa età, non a figliolini di 6 anni, a meno non vogliate far precocemente capir loro che il mondo là fuori è crudele.


A parte l'assurdità di un orso che parla come un umano, questo film è gradevole e ricco di consigli significativi per la vita, di cui troppo spesso gli adulti si dimenticano.
Il primo è rappresentato dal famoso cappello rosso, eredità dello zio:
mai scordarsi delle proprie radici e sempre portarle con se'.
Mai rinnegare da dove veniamo, perché fa parte di noi stessi.
Paddington non abbandona mai il suo cappello rosso.




Poi la famiglia inglese i cui componenti sono così diversi tra loro e così conflittuali.
sarà proprio Paddington a far loro riscoprire e apprezzare il significato di "famiglia":
sostenersi l'un con l'altro, aldilà di tutto e sempre.
Fa sorridere la scena con il padre scettico e iperprotettivo che alla fine, non solo permette al figlio di giocare liberamente, ma lo fa con lui e stavolta poco importa se distruggono la camera; sono insieme e si stanno divertendo.


Questo fotogramma rende mille volte meglio nel film, dove la telecamera - e quindi anche l'occhio dello spettatore - entra via via nelle varie stanze, diversissime tra loro e iper colorate. E questa casa è una metafora di come ognuno sia un universo a se' ma allo stesso tempo può convivere e coabitare con gli altri.
Adorabile.


Infine, l'ambientazione stessa, Londra, è portatrice di un messaggio bellissimo, forse il più bello:

"A Londra sono tutti diversi, quindi chiunque è accettato."


Ps. nel cercare immagini su google sono incappata in queste...





...invasione a Londra!







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