{ Orari: 9.00-13.00/15.00-19.00 (chiuso il lunedì)
per info: 3391624029
Costo biglietti sugli 8 euro. 6 per gruppi, 5 per disabili e bambini. }
Sono presenti 130 opere provenienti da diverse collezioni che ci permettono di osservare diverse sfumature dell'artista e della persona Warhol.
Ovviamente la più che iconica Marilyn in tutti i colori e in tutte le salse, in buona compagnia di Mick Jagger e Liza Minnelli.
Altrettanto famosa, la zuppa Campbell che, parole di Warhol stesso, lo accompagnò per tutta la vita. Divertente la foto di lui che razzola ossessivamente negli scaffali di un supermercato con l'intenzione di riempirsi il carrello con questa benedetta zuppa.
Ecco, le foto che lo ritraggono sono forse la parte della mostra che ho trovato più interessante. Non fosse altro perché permettono di cogliere lo sguardo di quest'uomo.
Mai sorridente, sempre turbato.
Ho sentito anche il curatore della mostra, che girovagava per le sale a intrattenere, che Warhol si comprò una parrucca bianca così per vedere come sarebbe diventato da vecchio e per fuorviare le persone, dato che poi la parrucca fu sostituita dalla sua vera capigliatura, ormai bianca.
Per intenderci, la parrucca è questa con l'acconciatura "schizzata"
Andy Warhol by Pierre Houles (1982)
Altro cult immancabile, oltre a Marylin e la zuppa, sono i dollari incorniciati. Infatti, cosa se non il dollaro in se', rappresenta meglio tutto ciò che è il consumismo e quello che ne deriva? La riproducibilità del tutto, il suo avere un prezzo, un valore commerciale che lo rende, così, popolare.
Pop art è questo: rendere protagonisti gli oggetti "commerciali" e gli idoli preconfezionati, entrambi prodotti della società consumistica.
In particolare, Warhol punta a celebrare l' "American Life", che riassume perfettamente sotto la scritta Campbell Soup.
Se fosse stato ancora vivo dieci anni fa, chissà che capolavori avrebbe fatto con il logo di Mc Donald's o con quello Nike.
Che poi è proprio quello che ha fatto Jeffrey Scott nelle sue collezioni per Moschino; rendendo ancora più popolari, sdoganandole nella moda, icone dei nostri tempi.
Divertente la parete dedicata alle "ricette", se così si posson chiamare, di Andy Warhol.
Per farvi capire, una recitava così:
" Disporre le più belle ciliegie che trovate sul piatto. Chiamare quindi, il pasticcere più bravo di tutta la città perché si occupi della cioccolata per le guarnizioni. Infine, servire a gente veramente molto magra."
Scritto espressamente, che le compose con l'aiuto di sua madre.
Un consiglio che posso darvi, se ci andrete, è di leggere attentamente tutte le "Andy Warhol's quotes" che si trovano sulle didascalie delle opere perché sono micidiali. C'era una signora che se ne andava in giro con il blocchetto e se le appuntava via via...cool idea!
In definitiva, anche leggendo queste frasine, ho avuto la netta sensazione che Warhol fosse sì un'artista, ma soprattutto, un grandissimo paraculo.
Mi ha fatto sborsare 6 euro per vedere un vestito orribile con sopra la riproduzione di un barattolo di zuppa da quattro soldi.
Un genio, che dire.
Le sue scarpe.
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