Le mie 48 ore in Abruzzo - tra borghi montani e riviera

Sul versante adriatico il mio massimo era Ancona; mai andata più a sud e neanche mai addentrata all'interno a dir la verità. Così, quando un'amica residente a Chieti mi ha buttata lì l'idea di passare a trovarla, non ci ho pensato un attimo.

L'unico problema è che l'Italia è collegata malissimo se la si vuole tagliare in orizzontale e gli unici snodi sono  Bologna, Roma e Napoli. Ho quindi deciso di salire fino a Bologna, per poi ributtarmi in riviera e giù giù fino a Pescara.

Viaggio in treno con varie complicanze (non dovute a Trenitalia, ci tengo a precisare) per un totale di sei ore e sopravvissuta solo grazie al punto ristoro interno al treno, mikado e ringo come se non ci fosse un domani in previsione del pranzo saltato. Arrivo ore: 13.35 anzichè 11.40. Benissimo.

DAY 1
Recuperata alla stazione e portata in salvo, ho tutto il tempo di rifocillarmi e riposarmi. 
Nel tardo pomeriggio mi aspetta un giro di Chieti Alta e del centro storico.
Purtroppo si nota fin da subito come la città sia scarsamente popolata e, in alcune zone, del tutto abbandonata. Ed è così che chiudono negozi e locali storici perché il centro commerciale nuovo è più grande e c'è tutto, chiudono i musei e i cinema perché i fondi finiscono (ma per altre cose ci sono sempre) e via e via.
 Si preferisce sempre la comodità alla bellezza ed è una scelta, ahimé, imperdonabile per quanto mi riguarda.

Il borgo è illuminato a giorno, ma di una luce gialla, quasi spettrale.








Alla passeggiata è seguita la cena al pub "Il Luppolo", nella zona di Chieti Scalo.
Arrosticini, pizza fritta e patate fellate, il tutto accompagnato da una buonissima birra tedesca. Cucina top e vi consiglio di andarvi a vedere le ricette perché vale la pena riprovare a farle. ((Avevo fatto delle foto ma era così buio che son venute malissimo e manco le carico))

A pancia più che piena e soddisfatta, muoio a letto aspettando con trepidazione l'indomani. In programma gita a Rocca Calascio e il borgo di Santo Stefano di Sessanio.


 DAY 2
 Una delle cose che salta più all'occhio percorrendo le autostrade abruzzesi è che si incontreranno si e no dieci macchine anche in un tragitto lungo ore. L'Abruzzo è una regione poco abitata per quanto è grande e ci sono interi paesi e borghi deserti. Uno di questi è quello di Rocca Calascio, a 1500m d'altezza e con il dominio su un panorama mozzafiato, e non lo dico certo per dire.
Ci si arriva su per una strada che per fortuna è in condizioni impeccabili (a parte che un tratto di 200m) e ci porta a 15min di camminata dalla rocca stessa. Prima c'è un bellissimo borgo dove ormai vivono solo due famiglie, fino a quando la bella stagione lo permette e non si trovano sommerse dalla neve. 
Tutte le costruzioni sono di periodo tardo medievale e successivamente restaurate, mantenendo sempre l'originaria pietra bianca.

E' un posto per me di una suggestione così unica che mi sono pure scordata di avere le vertigini, anche se ero sulla cima di un monte a picco con il vento a 12 nodi. 



 Il borgo di Rocca Calascio, alle pendici del Castello.




Chiesa di Santa Maria della Pietà










 
Un selfie random dove sono a metà tra la beatitudine e la paralisi per la paura dell'altezza.


Monti della Laga.


Riscendendo, ci siamo fermate all'unico negozio del borgo di Rocca Calascio: un negozio di tessitura artigianale (attività tipica della zona) in lana e oggettistica tradizionale gestito dalla quasi unica abitante.
Negozio adorabile, una chicca!















Una volta a valle, un buon piatto di pasta al "Sentiero delle Volpi" proprio davanti all'ingresso di Calascio paese.
Da lì siamo ripartiti direzione Sextantio, il borgo di Santo Stefano di Sessanio.
Un luogo famoso perché è da qualche anno che l'imprenditore italo-svedese Daniel Khilgren ha trasformato il paese in un "albergo diffuso", salvandolo dall'oblio e offrendo una forma di turismo sostenibile. 
Fatto sta che Santo Stefano è un gioiello di pietra che cattura il cuore.





                               

















DAY 3

Dopo una giornata alla scoperta dei borghi e della montagna abruzzese, mi sentivo così felice e magicamente ispirata che tornare alla realtà è stato uno shock. Non me ne voglia Pescara, cittadina di mare tutta negozi e vita mondana, ma proprio non ha retto il confronto. 
Da segnalare "Da Trieste", locale in cui sfornano pizzette gustose a giusto prezzo.

Rinfilata sul treno della morte (altre sette ore, mannaggia ai ritardi stavolta) e riaccolta dalla mia Firenze alle ore 22.00, posso dire che, nonostante sia stato più il tempo in treno che quello in cui sono stata là, lo rifarei subito.

Thanks Abruzzo


Viola Rosai
(vi ricordo che tutte le foto sono di mia proprietà e soggette a copyright)

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