Weekend in Baviera *heart*

Era dal novembre scorso che mi ero fissata con questo benedetto castello di Ludwig e tutti i giorni mi rimiravo la foto con tutta la neve attorno e quell'atmosfera da fiaba.



Appuntati su un foglio, avevo tutti i collegamenti possibili e gli orari dei treni sia da Monaco che da Innsbruck, all'occorrenza.
Sicchè alla fine ho preso e son partita, un weekend random in Baviera.

Decido ufficialmente di partire il giovedì sera e di aerei neanche a parlarne (minimo 300 euro), quindi opto per il treno, stupidamente convinta che ci sia un posto libero per quello del venerdì notte. E invece no: strapieno. L'unica opzione "decente" è prendere il treno che parte il sabato mattina da Bologna , per arrivare a Monaco alle 18.00, passando per il Brennero e poi l'Austria.

Otto ore di treno giornaliero non sono poche ok, ma sono rimasta contenta della scelta (obbligata*ehm ehm*)  che così mi son goduta il paesaggio dei monti innevati e delle piccole stazioni dei paesi di confine, come Bressanone. Bella anche tutta la zona attorno a Verona; non ci ero mai passata prima ed è sicuramente una città in cui programmerò un weekend al più presto.
Anche se riconosco che la vera meraviglia, nonostante le mie vertigini, sia stato passare raso raso le montagne con uno strapiombo bianco sotto e ancora bianco tutt'intorno. WOW

Tolto il tempo passato a rimirare dal finestrino che, vi assicuro, non è stato poco, come ho passato questo benedetto viaggio?
Dormendo, direte voi..e invece no! Forse mi tenevo sveglia per indurmi a studiare (pagine lette: 7) o, più probabile, stavo origliando le conversazioni dei altri passeggeri non soli, a differenza della sottoscritta.
Dietro di me un'aretina trasferitasi in Germania causa marito che conversava con una tedesca che parlava perfettamente napoletano, accanto un uomo che avrà fatto 580 partite a Candy Crush e quando il treno faceva delle soste un pò più lunghe esordiva con un "Ma così è un picnic!". Ma, i due, anzi, LE due personaggie più belle erano delle signore di Foggia che spiccavano come due papaveri rossi in un campo di grano.
Capello biondo, occhialoni da sole dalla montatura estrosa ( non so se ricordate la linea barocca di Prada, di qualche collezione fa), rossetto ripassato ogni 40 min e stivaletto col tacco nonostante le 10 e passa ore di viaggio.
Ma, aldilà del divismo congenito, la cosa più bella era il loro parlare formale nonostante fossero amiche...roba da vere signore del sud! Sono rimasta affascinatissima fin quando, ahimè, non mi hanno abbandonato per scendere a Bolzano. La meta del loro viaggio era infatti Dobbiaco e si stavano già preoccupando di come fare a trascinare le valigie in mezzo alla neve .
Andate via loro, il viaggio ha avuto meno senso.

                        (Dobbiaco)
Nodo ferroviario di Monaco centrale-






18.30 Monaco, dove sono stata accolta da una signora jugoslava che mi ha regalato un Bibbia tascabile per il semplice fatto che mi aveva scambiata per una sua connazionale e mi aveva anche rivolto qualche parola che non so, ovviamente, tradurvi.
La sera sono a Ingolstadt, cittadina famosa per essere una delle sedi principali dell'Audi, non che citata nel Frankenstein di Mary Shelley. La mezz'ora di treno da Monaco a qui è stata contraddistinta dalla sosia della mia prof. di tedesco e dall'odore di cibo nell'aria. I tedeschi si portano sempre dietro i loro mangiarini e si mettono a sgranocchiare non appena hanno un minuto libero. Fanno bene.


La domenica mattina alle 9 ero già in treno, di nuovo. Destinazione Füssen, paesino bavarese tipicissimo e nella zona di confine con l'Austria. 
OCEANI di neve e neve che non finiva più ma alla fine Füssen è apparso. 
Da lì partono gli autobus navette per Hohenschwangau, la località dei due castelli voluti da Ludwig il costruttore. In realtà a me interessava quello più "fiabesco" con torri, guglie e merli e che, appena scesi dal bus, si vede già troneggiare dalla cima del monte. 
Dal momento in cui l'ho visto fino al momento in cui ho ripreso il treno per Monaco, alle 5 di sera, son rimasta a bocca aperta per lo stupore e la contentezza. 




Prima di cominciare la "scalata", pausa cibo perché era mezzogiorno e io avevo già fame (come sempre).  Davanti alla fermata delle navette c'è una sorta di baracchina che offre principalmente Wurst, patate e birra. Perfetto.
I proprietari - capello lungo legato, tatuaggi, e trucidume vario - avevano sparato a palla i System of a Down e, cantandoci sopra, erano velocissimi anche con le ordinazioni. Cibo buono e prezzi bassi bassi, considerando l'alto tasso di turisti in loco. Lì sì che capiscono come funziona, mica come a Firenze che in centro una Coca la si può pagare anche 5 euro, da strozza turisti proprio. Da dargli fuoco al bar, seriamente.

Bene, a pancia piena, inizia la camminata verso Neuschwanstein, il castello prediletto. Volendo c'era anche l'opzione carrozza che, avendone letto su internet, immaginavo principesca, fosse altro per eguagliare la fama del castello. E invece no: dei carretti scassati guidati da omaccioni ancor più sgangherati e, a parer mio, con lo stomaco bello pieno di birrozza. La gente che aveva avuto il coraggio di usufruire del "servizio carrozza"  oscillava pericolosamente, gli uni stretti agli altri in questo viaggio della speranza.
 



Io, a piedi, mi son goduta tutto quello di cui c'era da godere. Il castello GIALLO di Hohenschwangau, fatto costruire anch'esso da Ludwig a pochissima distanza dall'altro, le varie taverne e alberghi tipici che si trovano sulla via, i pochi negozietti e poi neve, taaaantissima neve. Arrivati in cima al cucuzzolo, si vede un'intera spianata bianca e blu davanti alla quale io personalmente son rimasta poco più di un minuto che già cominciavo ad avere le vertigini. 

Superate delle bacheche informative sul castello (dalle quali scopro che re Ludwig morì prima che questo venisse ultimato e per tanto non ci ha mai vissuto) prendo atto che, ovunque mi diriga, dovrò fare i conti con le mie vertigini. Infatti, se da una parte del castello c'è il lato della montagna con la strada da cui si sale, dall'altro c'è ...uno strapiombo!
Per far fare splendide foto con sfondo castello, hanno pure installato una piattaforma in plexiglass che sporge notevolmente nel vuoto. La mia morte.
Ah già, non vi ho ancora detto niente del castello in sè...
Seppur il Signor Walt Disney in persona si sia ispirato a questo per il logo che tutti quanti conosciamo, Neuschwanstein Schloss di fiabesco ha ben poco. Anzi, è molto creepy.










Non siamo neanche entrati perchè, appunto, non so quanto senso potesse avere dato che non è stato neanche abitato dal caro Ludovico. So solo che per le visite vi assegnano dei numeri come al banco pesce della Coop, avete mezz'ora di tempo e niente foto.
Dopo una breve visitina al cortile, pensavo che saremmo tornati in giù e invece, no, mancava la tappa più importante: il Marienbrücke.
 Piccolo ponticello che, neanche a dirlo, si trova su uno strapiombo 
da brividi. Da lì però si ha una visuale completa del castello e vengon fuori delle foto pazzesche,se non 
fate come me che son rimasta aggrappata da una parte rifiutandomi di metterci piede se non per un nano
secondo. 
Più che altro ero già fuori di me per il percorso fatto per arrivare lì. Una stradina tortuosa tutta sali-scendi che costeggia il monte e offre una panoramica di laghi, castelli e tutto quello che c'è nella vallata e sarebbe ok, non lo avessi dovuta percorrere con stivali a suola liscia sulla neve e strati ghiacciati che mi facevano scivolare ogni due passi. A dividermi dal precipizio solo una staccionatina di legno. Inutile puntualizzare che stavo morendo dentro.
Ma infatti il cancello per accedervi era giustamente chiuso, della serie "non ci andate perchè se cascate giù o vi rompete una gamba scivolando non vogliamo questa responsabilità", ma si sa, i turisti sono branchi impetuosi alle volte, e il cancello veniva facilmente aggirato.  Consideriamo poi che il 90% degli altri turisti proveniva da Cina, Giappone o Corea, quindi si, capitati lì una volta nella vita e volevano veder tutto nonostante il pericolo; più che apprezzabile..
Si vedevano sfrecciare cinesini ridenti che facevano mezza strada col culo per terra ma ok, rimanevano sempre ridenti.
Io , trascinata in tutto ciò, devo ammettere però che la visuale era fantastica e una foto di sfuggita son riuscita a farla.



(tutta torta che stavo morendo di vertigini)


Il ritorno verso il fondo valle con le decine di asiatici che, ora che ci penso, giustificano la presenza di ristoranti come "antica Cina" nei paesini limitrofi e di ,addirittura, una locanda con maestose statue di draghi nel giardino.
Tappa finale: Alpensee. Un lago bellissimo incavato tra i monti. 
Da tornarci assolutamente in estate che lì si prende il sole che è una meraviglia e c'è da provare le classiche barchettine a pedali a forma di cigno, tipo questa





In serata, mi son ripresa il mio bel trenino notturno con le cuccette e ho avuto l'ennesima riprova della Legge di Murphy: odio stare in cima e ogni volta quale cuccetta mi assegnano? Quella in cima.
Tra l'altro non c'erano neanche le prese elettriche...per ricaricare il telefono mi è toccato stare mezz'ora chiusa in bagno col telefono in mano. No comment.
A rallegrarmi ci hanno pensato i vicini di cabina, fiorentinacci doc e con cui, in vero stile fiorentino, ho potuto polemizzare un pò sulle mancanze del treno.
Poi son partite le classiche frasi " Ma che sei grulla per davvero?!" rivolta alla moglie di uno che non riusciva a richiudere un letto e roba tipo "Non ce la faccio a bere i'caffè di loro" e "Tanto l'è una nottata persa"; vera frase riassuntiva.
Io in realtà ho dormito fino a un quarto alle 6, per risvegliarmi non a Prato come previsto, bensì ancora a Bologna. Treno irrimediabilmente in ritardo causa neve. E io dovevo entrare a lavoro alle 8.
Questo comporta corsa verso la prima freccia (grazie Trenitalia) di passaggio e via così, la peggio podista.
7.40 alla stazione SMN di Firenze, tranvia e alle 8.00 ho aperto i bandoni del negozio,
Lo ammetto, mi sono sentita  Wonder Woman ( e anche un pò Calimero che necessitava di una doccia)-


Ah, per chi non lo conoscesse, questo è Ludwig. Si, era un pazzo. 










Per altre mie foto in loco> Flickr - Hohenschwangau

1 commento:

  1. Beautiful post, I very like your photos :)

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