Quella berlinese domenica #Berlinimcoming

Io che non mi porto le ciabatte dietro quando viaggio. Il risultato è Creepers & Charmmy Kitty di prima mattina: io amo i contrasti.


La destinazione di oggi è il Mauer Park, nel quartiere di Prenzlauer Berg. Il nome del parco è dovuto a una striscia di muro adesso adibita a tela per i writers della zona.
È proprio vero che quando non si è abituati a una cosa o la si ha per poco tempo, si è più portati ad apprezzarla quando la si ha. La dimostrazione di questo enunciato sono i tedeschi stessi e il loro rapporto con gli spazi aperti quando c'è il sole. Stanno TUTTI fuori TUTTO il giorno. Ho visto gente stare sdraiata sul prato dall'1 al calar del sole e lo sai icchè, fanno proprio bene. Tanto è domenica, che devi fare?
Lì i parchi e, in generale, qualunque spazio all'aperto, sono tenuti benissimo e  nel rispetto di tutti. Non troverai mai una siringa o una cartaccia, anche se di cestini ce ne sono due nell'arco di 1km.
 







Vogliamo poi parlare delle strutture per i bambini? Vere opere architettoniche dal design avanguardistico e recintate, così i pericoli -ma quali poi- rimangono chiusi fuori. Hanno delle idee fantastiche o assurde, a seconda: 

L'ambiente e l'infanzia sono due temi a cui i tedeschi evidentemente tengono molto e anche a ragione, direi.

Accanto al parco, solo di domenica, si trova il Flöhmafkt (mercatino delle pulci) molto carino, ma anche molto turistico devo dire. Si sentiva parlare più italiano che altro. I banchi più gettonati sono quelli dei vestiti vintage dove si trovano anche degli articoli agghiaccianti risalenti a occhio e croce al primo dopoguerra (vedi scarpe pelose).

Numerosissimi banchini con t-shirt e articoli stampati ognuno dal proprio designer e venditore. Uno riproponeva la Fernseheturm (Torre della televisione) in tutte le salse; fosforescente, semplice, sulle maglie, su delle stampe. Un'altra invece aveva dei disegni inquietantissimi di gente animalesca che non riesco neanche a descrivere. Banco molto carino era quello di una ragazza giapponese, probabile fashion designer, che proponeva shorts e gonne dai tagli molto particolari in stile jappo tradizionale con un pizzico di modernità.
C'è anche una parte da vere e proprie pulci,  dove la roba è accatastata in un delirio. 


Tipico lo stand iniziale che vende succo al melograno. Da provare.


Fine quarta parte

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