Due giorni prima di questo "school trip" noi studenti stranieri veniamo tutti convocati per una riunione di un'ora, precisamente all'ora di pranzo.
In questa inutilissima ora buttata via e in cui potevo mangiare tranquillamente, veniamo divisi in due pullman con tanto di assegnazione di un numerino (boh) e ci vengono comunicate le regole generali di comportamento della serie "non allontanatevi dal gruppo" e bla bla banalità.
Il mio grado di bestemmie è direttamente proporzionale alla stupidità del modo in cui il tempo viene impiegato, ma bisogna capire che lì l'università è qualcosa di imbarazzantemente infantile.
Detto questo ed evitandovi la prima parte della giornata della gita impiegata a vedere uno spettacolino ninja (magari ci farò un post a parte) e in cui siamo stati trasportati in un mega pullman con tanto di guida strillante, passiamo al santuario e alla sua bellezza.
Anticipo che purtroppo non ho potuto vederlo tutto per mancanza di tempo dato che l'organizzazione prevedeva quattro ore di ninja e cazzate varie e un'ora scarsa per uno dei siti più importanti di tutto l'Honshu. No comment pls.
♦ Ci troviamo in mezzo ai monti della prefettura di Mie e ad accoglierci, come previsto, un gigantesco torii stagliato verso il cielo.
Fin dall'entrata si capisce che qui le distanze e gli spazi sono enormi, infatti ci vogliono più di dieci minuti a percorrere il viale per entrare nel vivo del santuario.Classici barili di sakè da una parte e fiume dall'acqua cristallina dall'altra, alberi e foreste a riempire la vista, natura che ti entra nel cuore.
L'emozione vera è raggiungere il primo tempio shintoista dei tanti che si trovano in questa area.
Sarà che il nucleo sacro di Ise-Jingu ha circa 2000 anni e che il luogo di per se' emana pace e tranquillità da ogni foglia, fatto sta che l'effetto totale sulla persona è quello di fusione con la natura e le cose e una sensazione di sospensione dal mondo terreno. Mi ritorna in mente il panismo di D'Annunzio, versione orientalizzata.
Il tempio principale è Naiku, ed è dedicato alla dea del sole Amaterasu. E' considerato così sacro che non è permesso fare foto ne' entrare, ma solo fare una preghiera alla campana, previa offerta.
Sbirciando tra i paletti in legno, ho intravisto dei preti shinto con la bellissima veste tutta bianca contrastata solo dagli zoccoli in duro legno lucido e verniciato di nero e dal copricapo.
L'intero santuario è circondato da non so quanti ettari di foresta con laghi, fiumiciattoli, ponti, sentieri che si perdono. Alberi secolari che ti fanno capire quanto tu sia piccolo in mezzo a questo grande universo e che, al tintinnare al vento delle loro foglie, provano a fartene capire la magia.
Poesia celeste allo stato puro.
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