E' stato tutto velocissimo: prima la visione colorata, calda di gente e voci e in un certo qual modo festosa, anche se sapeva di festeggiamenti passati, in lontananza rispetto alla mia vita...ormai replicabili così vivi solo nei ricordi.
L'ho riconosciuta: era Santo Spirito con i suoi locali rumorosi e le miriadi di lucine e lampioni. Tendoni rossi e ombrelloni a coprire i tavolini, a coprire la gente.
La sensazione di avere attorno vecchi amici era come abbracciare disperatamente una sicurezza umana. Sicurezza però, che va svanendo sempre più, lasciando il tutto fermo,invariato... ma in un tempo lontano. Ahimé. Non c'è nulla da fare.
I tentativi di rivivere quei momenti non fanno altro che far riaffiorare gli originali, ormai cristallizzati: non riproducibili, non cancellabili. Perfetti così.
C'è una frase che mi attanaglia le viscere ogni volta che me la ripropongo: il ricordo è qualcosa che abbiamo perso per sempre o, invece, qualcosa che abbiamo per sempre?
Il paradosso è che soddisfa entrambe le valenze.
E' come ripensare per sempre a un mondo ormai sommerso da un velo di tempo trasparente, che ti permette di riguardarci attraverso quante volte vuoi.
Ma non puoi interagirci, lui non ti sente.
Mentre pensavo ciò, il bulbo sommerso si è improvvisamente mosso, rivolgendosi verso l'uscita, l'aria, la luce.
Ho visto come un barlume luminosissimo ma piccolo, infinitamente piccolo.
E' pure sfuggente: quando ti pare di poterlo toccare, carpirne l'essenza più da vicino eccolo che sguizza via, si fa più in là, quel minuscolo figlio di puttana. Sempre pronto a farsi inseguire, sicuro del fascino dei suoi bagliori. Ma non so quanto dureranno, anche loro, prima di rivelare che non sono altro che cieli bui infiniti.
Che ne sarà di noi?
Thinking about the past.
Losing the chance.
Feeling the future.
23.07.2015
Viola Rosai
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