Mi ero quasi scordata. Rimedio velocemente.
L'ultimo giorno l'ho voluto dedicare al rivedere la parte più "turistica", diciamo, di Berlino. Quindi mi son fatta Alexanderplatz, Museum Insel, il pezzo centrale di Friedrichstraß e tutto Unter den Linden fino alla Brandenburger Tor. Tutto bene, foto a gogò, strade larghe in cui è bellissimo camminare, poca gente, tempo neutrale.
Dopo essermi schiantata su una panchina davanti alla Porta, in contemplazione e indecisa se andare a mangiare o no, mi balena nella mente l'idea di andare a vedere da vicino quello che io chiamo "l'angelo d'oro", che non è altro che la Colonna della Vittoria, Siegessaule.
Mi dirigo a prendere il bus numero 100 -me lo ricordo ancora dal mio viaggio precedente qui, ormai mi sento a casa, che gioie **- direzione Zoo, proprio davanti al Parlamento tedesco. Non senza prima aver dato uno sguardo in direzione del viale che conduce a Postdamer Platz. Tutt'intorno il parco più famoso, il Tiergarten.
Salgo sul bus, dove sono circa 56 gradi, per scendere due fermate più giù. Mi son risparmiata tutto il vialone e, senza averlo previsto, mi ritrovo in un'incantevole zona fiume, con questo romantico ponticello e una stradina che costeggia tutta la riva e in cui sicuramente sarebbe piacevole passeggiare ..MA io devo andare dall'angelo.
Per un tratto affianco anche una bella residenza dal nome sopraffino: "Schloss Bellevue" , sorvegliata e blindata dai poliziotti. Scoprirò in seguito essere la residenza del presidente tedesco.
Ma tanto non mi interessava andarci, a me mi aspettava l'angelo. (si lo so, ma qui lo " a me mi" ci stava bene).
Ed è qui, in questo preciso momento, che ho pensato: "Ora vo su, lo scalo..quest'angelo!"
Detto, fatto. Prendo e parto per raggiungere quell'isola rotonda che, nel sole dell'una e mezzo, acceca con il suo oro splendente. Passo accanto alla statua gigante di Bismarck e di altri vecchi condottieri, uno anche sovietico, e poi cerco un attraversamento pedonale per il centro della piazza. Cerca cerca, non c'è mica. Scopro che c'è un tunnel sotterraneo.
Per cercarlo seguendo la freccia finisco in pieno bosco del parco. Complimenti alla segnaletica tedesca.Gira che ti rigira...ecco l'entrata del bunker..e l'uscita nell'isola dorata **
Son veramente accecata dal sole e mi infilo subito dentro. L'entrata non costa quasi niente; una cosa come 2 euro per gli studenti addirittura.
Alla base c'è un piccolo museino con la storia del monumento e similitudini con altri in Europa, vedi Torre di Pisa. Bah, va bene, se lo dite voi..
Comincia poi la scalinata e dopo poche rampe arrivo a quello che chiamo "il terrazzino", che sarebbe la parte circondata dai pilastri in marmo. Già lì come altezza mi accontentavo ma suvvia, ormai che son lì saliamo fino in cima..poi me l'ero ripromesso.
Non l'avessi mai fatto: scale a chiocciola strettissime e ripide. Ogni tanto una sorta di mini pianerottolo di rumoroso metallo per sostare, ma mi sento sospesa proprio in mezzo a quei maledettissimi 285 gradini. Arrivata a metà avverto sempre più la morsa delle vertigini e della claustrofobia. Mi gira la testa e le scale continuano. Sarò circa a metà..guardo da una finestra a feritoia . O mamma!
Che fare? Se torno giù mi sentirò ancora più sconfitta per non essere arrivata in cima e ormai, male per male, proviamoci. Approfitto del passaggio di un signore che era dietro di me e con cui praticamente ho fatto tutto il percorso, dalla biglietteria in poi. Se mi sento male almeno mi raccatterà eh **
Dopo poco anche il mio salvatore mi segue. Forse anche lui aveva pensato la stessa cosa su di me. Ormai inseparabili .
The man in cima, a 67 m di altezza & the man una volta a terra, finalmente salvi.
notare giubbotto alla Matrix
Per finire, ri-esco dal tunnel sottopassaggio nel pallone totale, offuscata dal sole e adesso anche dalla fame dato che son le due e mezza. La prima cosa che vedo son due tipi con dei carretti , uno con sopra il disegno di un Wurstel. Dank sei Gott!
Vado da lui e non so neanche cosa gli dico nè in che lingua, tipo che cercavo del cibo..e mentre pronuncio qualche parola mi rendo conto che era sì un carretto, ma di quelli per portare comodamente la gente a spasso.
Ancor più allucinata, scappo via.
Die Ende
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