Si prospettano chili di fragole

16.48 di una domenica pomeriggio.  Fuori c'è un sole che porta via e la gente ha smesso di lamentarsi del fatto che la domenica (il giorno del Signore) sia un giorno inutile, e questo non può significare altro se non che la primavera è GIUNTA e per davvero, stavolta.
Gli allarvati costretti dall'inverno a lamentarsi sul divano e a trascrivere i propri lamenti su facebook, adesso se ne possono finalmente uscire a respirare un pò d'arietta fresca che fa tanto bene al cervello, riossigenandolo.
Cominciano i primi assaggi di mare, le gite random fuori porto da mattina a sera, i turisti che si accasciano nei pochi angoli verdi delle città , i soliti esagerati che sfoggiano già le canottiere perché non vedono l'ora di mostrare i risultati di un duro inverno in palestra ecc. ecc..
Attualmente non faccio parte, ahimè, di nessuno di questi gruppi (anche se aspiro ai canottiere lovers) ma sono solo una di quelli che è dovuta rimanere a casa e, per far entrare un pò di primavera in questa tana, ha spalancato tutte le finestre, inondandosi gli occhi di sole. Accecandosi, a dir la verità. In una camera ci son gia 93.2 °F.
Mi son presa una pausa dallo studio, veramente FIGO, delle letterature germaniche. Storie di vichinghi che si incendiano le case a vicenda, di marinai che si accampano su un'isoletta, vi accendono pure un fuoco ma, improvvisamente, l'isola si inabissa e tutti muoiono affogati. Era una balena, idioti. Altri che si danno fuoco agli occhi (daje co'sto fuoco) e strani collegamenti per cui Attila re degli Unni è praticamente ovunque. Ah, ho pure scoperto che Carlo Magno non era esattamente un francese di Parigi come avevo sempre pensato.
Me la spasso.

Prima di abbandonarmi in casa, madre se ne è uscita con una specie di minaccia:
"(..) e finisci le fragole!"
A voja a fragole, da qui a settembre!


Violet

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