Impressioni a caldo su "I Medici"

L'attendevo da mesi ed alla fine è arrivata. La nuova serie tv di produzione italo-americana è sbarcata in prima visione assoluta su Rai Uno ieri sera, con la promessa di farci appassionare alla storia della famiglia Medici che, da fiorentina, posso recitarvi a memoria come fosse la mia Bibbia. Quindi attenzione...la polemica è in agguato! #violapennapignola colpisce ancora

Già da principio noto della follia nella mente di chi ha ideato la sigla, con quei testoni di marmo che navigano e ruotano nel nulla cosmico. Quando ho visto quello di Cosimo de' Medici, non poteva non venirmi in mente  Sekkō Boys, una simpatica rielaborazione in chiave anime giapponese di quattro presunti pilastri morali ed estetici (mitici o reali) della nostra cultura: San Giorgio, Hermes, Marte e ovviamente Medici. La particolarità? I protagonisti sono dei busti. 


 





Tornando alla nostra sigla, ad accompagnare le teste fluttuanti c'hanno messo pure un'orrenda canzone di Skin...ma poi perché scegliere Skin che per voce e stile nulla c'azzecca coi fasti rinascimentali? Forse perché anche lei, una che non fa una canzone decente dal 2009, è ammafiata con mamma Rai, tra X-Factor e imbarazzanti pubblicità di coni gelato che ci hanno sfracassato per tutta l'estate scorsa. 
Già da qui capiamo che sono state fatte determinate scelte a discapito della qualità, come - e lo dico subito così mi levo il pensiero - l'aver infilato nel cast attori americani che starebbero giusto bene come cowboy texani per tratti e mimica, e non certo come mastri della Signoria. 
In primis gli occhi azzurro cielo di Richard Madden (my King in the North!) e di quel bonazzo che interpreta il fratello e che, ogni volta che lo vedevo, mi faceva tornare il dubbio che non fosse Hugh Jackman, quello vero. Fighi quanto volete, ma di mediceo non hanno neanche le punte dei capelli.
Altre imprecisioni, ben più pesanti, presenti praticamente in ogni scena. Si parte bene con un Pitbull  nella prima scena, che abbaia mentre il poero Dustin Hoffman si sta strozzando con l'uva, peccato che quella razza di cane sia stata "creata" solo a partire dal 1800 in America.
Poi architetture del '500-'600 e sposalizio nel Duomo di Pienza, non sotto il cupolone di Fiorenza.
Luoghi inverosimili resi onirici con una computer grafica esagerata e illuminati tanto da risplendere di luce propria, alternati a scene di un buio pesto che si vedono solo questi volti nel buio come fossero fantasmi.
Errore o confusione voluta nel chiamare il personaggio interpretato da Miriam Leone "Bianca, forse a richiamare Bianca Cappello, amante sì di un Medici ma nato cento anni dopo Cosimo. Ma il trucco, ne vogliamo parlare? Rossetto (che non usavano, perché il pallore prima di tutto), ombretto metallizzato rosa di dubbissimo gusto e sopracciglia fatte e spesse, anziché finissime come le portavano.
Almeno i costumi si salvano.

Passiamo agli attori. Non mi sarei mai aspettata di ritrovare ancora David Bradley, attore inglese lanciato alla ribalta dal ruolo del guardiano Gazza di Harry Potter ed è stata una sorpresa più che piacevole che mi è valsa tutta la visione di ieri sera. Bradley interpreta infatti il vecchio e furbo Bardi in un ruolo che gli calza a pennello.
E' stato molto divertente commentare in diretta il tutto con gli altri fans di Game of Thrones. Solo noi, infatti, possiamo capire la sottile ironia dietro alla stretta di mano tra Cosimo e il nobile Bardi, alias Robb Stark e Walder Frey. Un deja vù tremendo della 3X09 "The Red Wedding" , dove il buon Frey si vendica teatralmente dello smacco fattogli da Robb, che aveva rotto il patto di matrimonio con sua figlia e sposato un'altra. Qui non andrà così, perché Cosimo si becca la Contessina de' Bardi e se la tiene. 
Frey/Bardi/Gazza 2 - King in the North/Cosimo occhi di cielo 0







Richard Madden è piuttosto bravo e, curiosità, è doppiato da Lino Guanciale; uno degli attori emergenti nel panorama delle serie tv e che è fisso un giorno si uno no nella prima serata di Rai Uno. Una scelta forse, per rendere inconsciamente più familiare e amichevole al pubblico una nuova serie, usando una voce trita e ritrita e, devo dire, anche piuttosto affascinante. E bravo Linù.
Nota particolare su Albizi, baddass della situazione e dalle pellicce sfarzose. Poi il cardinale puttaniere, un classico.

Passando al cast italiano beh, nulla da ridire: hanno scelto il meglio del settore televisivo.
Miriam Leone a me piace tantissimo, la classica 'bella e brava' che spero resista fino alla fine della serie anche se mi sembra l'abbiano già fatta sparire, stile il poero Dustin che non ha fatto in tempo a comparire che nella scena dopo era già nella bara.
Preziosi folle e geniale Brunelleschi ci sta, devo dire che ci sta.
Un plauso a parte per Guido Caprino, perfetto nel ruolo di Marco Bello (il nome sarà casuale?) che, con lo sfondamento irruento di una porta, è il protagonista della scena più emozionante dei primi due episodi.
Insomma, hanno capito un trucco (oltre le scene di sesso) già utilizzato in Game of Thrones e nei Borgia: per serie in costume che spesso trattano temi lontani dalla contemporaneità, è bene prendere attori e attrici piacenti che tengono su l'attenzione di chi guarda anche nei momenti più stagnanti.
Il problema de "I Medici" è che, almeno in queste prime due ore, di momenti stagnanti ce ne sono stati un po' troppi. Il primo episodio un trip di flashback e introspezioni nella mente di Cosimo; il risultato? Un gran casino. Poi troppo lento veramente, un'agonia.
Nella seconda parte invece, c'è stata un cambio di ritmo e il tutto si è movimentato, costringendomi a mettere da parte il telefono e Candy Crush, che solitamente tiro fuori nei momenti di noia per annoiarmi ancora di più.
Esagerati anche i dialoghi: i personaggi parlano a motti e non c'è una vera caratterizzazione.
Per quanto gli attori siano bravi, non possono fare miracoli dove mancano una regia e una fotografia decenti, uno sceneggiatore più realista e un'impostazione più moderna alla narrazione.

Ma io continuerò a guardarlo, speranzosa che prenda una piega migliore e intanto uscitemi Don Pietro, che son troppo curiosa di vedere Fortunato Cerlino in costumi fiorentini.



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