Violet in Japan : ci siamo

15/09/2015

Una settimana fa esatta, a quest'ora stavo volando sulle vostre teste per raggiungere quella che sarà la "mia città" per i prossimi sei mesi: Kyoto.
Io e altre due ragazze della mia università abbiamo avuto la possibilità e la fortuna di rientrare in un programma di scambio linguistico e di essere, adesso, "exchange students" in carica. 

Mi ero ripromessa di scrivere qui il più possibile ma, come ben potete capire, la prima settimana è stata di assestamento e l'ho passata tra orientamenti all'università, disumane spese per la casa, brevi esplorazioni per il quartiere, welcome party e socializzazioni varie .
Tutto ciò potrebbe non solo continuare per le prossime settimane, ma addirittura "aggravarsi"!
Devo solo organizzarmi bene, dando comunque la priorità allo studio ( no, non sono qui solo per hello kitty).

Insomma, il viaggio in se' è andato bene; partendo da Firenze Peretola alle 9.45 di mattina con arrivo alle 7.20 del giorno dopo al Kansai international airport (Kix) di Osaka per un totale di 14 ore in giro per l'aere.



Nel mezzo uno scalo a Francoforte, dove ero curiosissima di vedere la tanto millantata bellezza dell'aeroporto  e beh...devo dire che son rimasta a bocca aperta.
Prima di tutto è ENORME! Da dove avevano 'parcheggiato' l'aereo fino ad una delle entrate dell'aeroporto, ci hanno trasportato per venti minuti di autobus con tanto di strade vere e proprie e semafori. Il bussino dava delle accelerate che sembrava di essere in superstrada, altroché!
Quando siamo stati sganciati, ho avuto il tempo (10 secondi) per innamorarmi dei bar e localetti all'interno. Non sono i classici punti ristoro stile autogrill, ma sono angoli curati nei minimi dettagli, con cibo buono a prezzi NORMALI e che ti fanno scordare perfino di essere in un'aeroporto.
Da fuori, si vedono delle intere pareti a vetri illuminate qua e là da lucine particolari...molto chic!





Poi brezel a 1,50 euro, allegri paciocconi vestiti con abiti tradizionali tedeschi a promuovere la vendita di orsetti e dolciumi, salette relax veramente relax, pavimento pulito che ci potresti mangiare sopra, ancora brezel e ancora vetrate mozzafiato (anche su una vista aeroportuale, si ).

In compenso funzionari un po' sgradevoli e sfavati a controllare i passaporti...sembra che sorridere al pubblico sia vietato in Germania, e vabbè.

I due voli andati molto bene comunque; sia il primo di un'oretta e mezzo dove il capo stewart sembrava la copia bionda e strafiga (e sempre super gay) di George Michael, ho chiacchierato col mio vicino di sedile di università, futuro, città orribili e ci hanno donato un sandwich molto buono al "Puten Salami",

 sia il secondo, di cui ora vi segnalo gli highlights:


- aereo mezzo vuoto e possibilità di sbraco sui sedili accanto.

- stewart biondo, strafigo (e non gay) dal mio lato.

- noia tangibile nell'aria già dopo due ore di volo.

- vantaggio di avere tempo a sfare e di potersi guardare i film bomba usciti durante l'anno e che non si è avuto l'occasione di vedere prima: io mi son vista "Whiplash" (bello tosto) e ho poi tentato di vederne altri ma o non mi piacevano, o non ero concentrata io.

- pranzetto niente male, a parte i noodles insapori e il dolce di cartone.

- non sono riuscita a dormire più di 10 minuti di fila. Ogni volta che aprivo gli occhi vedevo Jason Statham sullo schermo di quello davanti a me. AIUTO

- c'era una coppia giovanissima e adorabile che portava a spasso per il corridoio il loro pargolo neonato e niente, erano dolcissimi :3

- serie tv maestre di vita: un episodio di Sex & the city, uno di Modern Family e uno di 2 Broke Girls. TOP. Credo proprio che Cam di MF sia uno dei miei personaggi preferiti ever-

-  abbiamo viaggiato con il sosia di George R. R. Martin













Appena sbarcati, rito di passaggio dall'ufficio immigrazione dove ci hanno prontamente allungato la "residence card" , in quanto studenti con visto valido un anno. Mi son brillati gli occhi **

{ Questa carta è poi da far confermare all'ufficio del "comune" - diciamo così - di Kyoto che riscrive l'indirizzo esatto et voilà, in quattro e quattr'otto ecco la residenza nipponica.
Burocrazia jap wins! }

Recuperate le valigie, ci aspettavano poi al banchino MK shuttle, dato che l'università ne aveva prenotato uno per noi che ci portasse direttamente alle nostre nuove casine. Anche qui efficientissimi, con tanto di autista guantato di bianco, cappellino professionale e copri sedili di pizzo bianco. Tutto molto kitsch ma adorabile ;)
Su due ore di viaggio, ho dormito....due ore.



 ☆ Tra l'altro figata che l'aeroporto di Osaka è su un'isola e ci siam beccate pure di vedere il mare, per quanto grigio e triste fosse.

Arrivate a Kyoto city, tra traffico e pioggia, le nostre assistents students (secondo il concetto giapponese di "senpai", delle sorte di guide pratiche e spirituali per affrontare al meglio gli studi/il lavoro...solo che dovrebbero essere più grandi anche di età, mentre la mia aveva tre anni meno di me) ad aspettarci davanti al residence con le chiavi di casa in mano.
Su questo aspetto, devo dire, un'organizzazione impeccabile: avevano un fascicolo su di noi, con tanto di foto - schedate! - e le nostre info più una mappa e programmino della giornata per farci fare il tour dell'università.
Finito questo, mega spesona per la casa che, carina quanto tuvvoi (detto proprio alla fiorentina), ma completamente VUOTA. Mi è toccato comprare pentole, piatti, forchet...ehm, bacchette, asciugamani, tappetini, porta spazzolino etc. e tutto ciò vuol dire chili di roba sulle spalle e io e Naru-chan, la mia assistente appunto, come muli da soma a farsi i chilometri tra casa e i vari supermercati. 

Si, quella 'graticola' sopra sarebbe un potenziale letto a castello ma voglio vedere chi ha il coraggio di starci! Anche a metterci tre materassi, uno si alza col culo e la schiena grigliati, non c'è verso..



La spesa per la casa è continuata fino a tre giorni dopo, inesauribile. 
I supermercati poi saranno la mia rovina e capirete grazie al  prossimo post, dedicato allo shopping qui, il perché.

Il primo giorno (iniziato alle 11 del mattino, si può dire) se ne è andato tra giri in zona casa-uni e grandi spesone. Non ho risentito particolarmente del jet-lag anzi, il mio vero problema è svegliarsi. Non è raro che passi intere giornate da narcolettica.











Viola






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