- Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori.No ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno. »
Ve lo ricordate? E' l'originalissimo incipit ideato da Carlo Collodi (nome vero Carlo Lorenzini, Firenze 1826-1890) per il suo "Le avventure di Pinocchio", ancora oggi il libro più venduto della letteratura italiana.
Vanta più di 240 traduzioni in tutto il mondo ed è una delle "favole" più conosciute, a seguito di numerosi adattamenti.
Indimenticabile soprattutto la versione televisiva/cinematografica del '72 con un grandissimo Nino Manfredi e Andrea Balestri nel ruolo di quel rospetto di Pinocchio.
Rivisitazione più recente, è invece quella a opera di Stefano Bessoni.
Silenzio, lo so. Non lo conoscete.
Innanzitutto, spiegherò quindi CHI è Bessoni e la percezione che io ho di lui.
Stefano Bessoni è un illustratore e film maker specializzato nella tecnica stop-motion; dalla creazione del burattino alle riprese dello stesso fino alla post produzione (si, è la stessa tecnica tanto amata da Tim Burton).
Lo scoprii due anni fa al "Florence Fantastic Festival" dove proiettarono "Krokodyle", un suo film del 2010 che mi rimase impresso per la sua originalità e le sue tematiche, anche se non sono sicura di averle capite pienamente...
Sicuramente è un film disturbante, questo si. E so solo che mi ha lasciato la curiosità di approfondire alcuni argomenti su cui mi ero sempre soffermata appena o che non conoscevo proprio:
▲ Wunderkammer
In tedesco letteralmente "camera delle meraviglie", è un'espressione che indica tutti quegli ambienti in cui i collezionisti stipavano le loro rarità. Queste comprendevano le cose più astruse, quali animali imbalsamati, piante esotiche essiccate,conchiglie e coralli,perle deformi, teschi (anche umani), monete antiche e reperti archeologici, pietre preziose, libri rari e quadri. Sugli scaffali barattoli per contenere tutte queste stranezze e, nel tentativo di conservarle, parti del corpo umano immerse in liquidi appositi.
L'usanza di accumulare "mirabilia" in qualche locale della propria casa risale al Medioevo;si protrasse fino al secolo dei Lumi e chissà che non ce ne sia qualcuna ancora adesso.
Guardando in giro un po' di riproduzioni di queste mitiche camere, ho potuto constatare che alcune sono dei veri e propri elogi all'antichità con vasi e statue greco-romane, altre regni del Kitsch: cascate di perle e strani monili ovunque. E poi ci sono loro, quelle veramente inquietanti, con i loro teschi, le loro creature galleggianti nei barattoli, trattati medici con illustrazioni inquietanti e animali essiccati o imbalsamati in ogni angolo, che penzolano dal soffitto addirittura!
Quest'ultimo è il tipo di Wunderkammer a cui si ispira Bessoni, indubbiamente.
▲ Thanatografia
Ad affiancare il protagonista in Krokodyle, troviamo una giovane fotografa con la fissa per tutto ciò che è morto e che scatta ossessivamente foto di verdure e fiori appassiti, accompagnate da teschi e animali stecchiti.
Nel mezzo del suo delirio, afferma che la miglior macchina fotografica al mondo altro non è che l'occhio umano e si mostra affascinatissima dalla teoria secondo la quale, quando uno muore, nella retina rimane impressa l'ultima immagine vista.
Questo è il tema centrale di "Imago mortis", film orrorifico del 2008 e, ovviamente, sempre di Bessoni. Qui si assiste all'esperimento denominato "Thanatografia" in cui si tenta di fissare su una lastra fotografica (cito da Mymovies ) l'immagine finale estrapolata da membrane oculari sanguinolenti e fresche di morte. Antesignano di questa pratica, lo scienziato Girolamo Fumagalli che, storicamente - ahimè mi duole comunicarvelo - non è mai esistito; ne' nel 1600 ne' in altri secoli.
Queste le parole di Bessoni stesso al riguardo, in un'intervista di Francesco Ruggeri che potete trovare sul suo blog> ( stefanobessoni.blog.tiscali.it) :
"La thanatografia, intesa come tecnica è una pura invenzione, anche se affonda le radici in vere sperimentazioni.
Le scienze occulte e l’alchimia mi hanno sempre attratto. Ho affrontato diversi studi sull’argomento, mi sono documentato il più possibile e la cattura delle immagini è senza dubbio uno dei mondi più affascinanti in cui mi sia imbattuto. Catturare la morte nell’occhio del cadavere è qualcosa che va al di là di ogni immaginazione, nonché un tema che ha a che fare direttamente con qualcosa di soprannaturale. E’ per questo che ho inventato Girolamo Fumagalli, il personaggio cardine del film, un misterioso scienziato occulto del Seicento che inventò una macabra tecnica denominata thanatografia e costruì per l’appunto il thanatografo, strumento con cui fotografare la permanenza retinica della morte nell’occhio del cadavere. "
▲ Mandragora (o Mandragola)
La mandragola è un altro degli elementi chiave di "Krokodyle" e, di certo, non è stata scelta a caso da Bessoni. Infatti, viene raccolta dal protagonista e destinata al processo di creazione di un homunculus (vedi punto successivo) sfruttando una delle tante proprietà attribuite nei secoli a questa pianta. Usata come anestetico, come afrodisiaco e come cura per la sterilità, raggiunse l'acmé della sua fama di pianta miracolosa durante il Medioevo, quando il succo delle sue radici veniva usato come intruglio per pozioni.
A proposito di pozioni...sicuramente ve la ricordate in Harry Potter >
Quanto era orribile e quanto strillava!
Ecco, queste sono altre due caratteristiche accreditate alla suddetta pianta: la somiglianza della sua radice con un piccolo essere umano (inquietante) e il suo famoso pianto che sarebbe in grado di uccidere chiunque lo ascolti..o, come minimo, di renderlo pazzo.
Per evitare ciò, i nostri predecessori inventarono dei metodi; come quello di legare il guinzaglio di un cane alle estremità della pianta e lasciarlo tirare così che fosse la povera bestia ad udire il lamento della mandragola estirpata. O, altre versioni riportano, che i latrati del cane, causati dalla provocazione di fargli vedere un pezzo di carne dopo averlo tenuto lungamente a digiuno, bastassero a coprire le urla strazianti della pianta.
A questi escamotage non dovevano invece ricorrere maghi e streghe che, padroni delle arti oscure, se ne andavano tranquillamente di notte a raccoglierla nei cimiteri e ai piedi dei patiboli e degli impiccati. Perchè proprio lì, vi starete chiedendo? Perchè c'èra anche la diceria che la mandragola nascesse dallo sperma emesso dai condannati a morte.
Sempre di sperma, infatti, si tratta anche in "Krokodyle".
Vorrei dilungarmi altre ore su tutti i fantastici poteri della mandragora e leggende derivate ma, ahimè, questo post tratta di altro principalmente..
Quindi, mia cara, continuerò le ricerche su di te ma in altra sede. <3
▲ Homunculus
Della serie 'Credevo fosse un freak, invece era un homunculus.'
Il narratore di "Krokodyle" è uno strano ometto dalla faccia buffa ed è, per l'appunto, un homunculus . Questa, che nel film sembra non avere niente di particolare, è in realtà una creatura leggendaria e alchemica partorita per la prima volta dalla mente del medico Paracelso nel XVI secolo. Lui e altri alchimisti successivi, pensavano che mettere del seme maschile in un'ampolla e poi conservarlo nel ventre di un cavallo potesse dar vita a un esserino, da tirare su con beveroni di sangue umano.
Non esistono molte testimonianze e documenti riguardo esperimenti del genere (per fortuna; mi permetto di dire) ma è indicativo come nel film di Bessoni si dia così spazio all'immaginazione da farla diventare reale, tangibile.
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E' un immaginario molto particolare che definirei "delicatamente creepy"; le figure che lo popolano sembrano essere sempre deboli, pronte a sbriciolarsi al primo tocco maldestro e insensibile, estraneo al loro piccolo mondo.
Così delicate ma anche così presenti, con il loro aspetto inquietante, come solo i prodotti della nostra psiche possono essere. Creati e amati durante la creazione e rifiutati e fastidiosi, una volta sviluppatosi prepotentemente.
Bessoni non fa altro che metterci davanti alle nostre menti e ai pensieri più scomodi: quelli che abbiamo paura di accettare come nostri.
Perfino Pinocchio -vero tema di questo post, teoricamente- viene rivisitato in chiave meno favolistica e più attinente al reale, evidenziandone alcune sfumature che solitamente sfuggivano. Prima fra tutte, la lotta di Pinocchio per affermare se' stesso da "aborto di legno" (come lo definisce Bessoni) a bambino in carne e ossa in un mondo che, in realtà, è tutto meno che da favola. Un mondo di povertà (il povero Geppetto), dove la presenza della morte si fa sentire (la Fata Turchina è una figura spettrale e metafisica) e dove ci si deve guardare bene da briganti (il Gatto e la Volpe) e altri fanfaroni che trascinano su brutte strade.
C'è chi evidenzia anche le attinenze del romanzo di Collodi con il "Frankenstein" di Mary Shelley: entrambe creature forgiate dall'uomo e che, attraverso un percorso empirico, arrivano a comportarsi anch'esse in maniera "umana", con tutto ciò che questa condizione comporta sia nel bene che nel male.
Personalmente non ritengo questa connessione la più calzante, tuttavia mi fa pensare che anche Pinocchio ha un potenziale gotico fin'ora rimasto inespresso e che invece, emerge dai disegni bessoniani.
Qui gli altri personaggi...
Ecco, adesso che avete visto i famosi disegni capirete ancor meglio ciò che ho scritto fin ora.
Il pensare le cose in una dimensione diversa e spesso più dark, apre la mente a visioni che potevano non averci sfiorato fino a quel momento ma che, di fatto, esistono.
Eccome, se esistono.
QUI il link per acquistare online questo e altri lavori cartacei del Bessoni in questione.
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